La salute dei nostri polmoni e la nutrizione chetogenica
DAVIDE GHIARA - DOMENICA 5 APRILE 2020
#RESPIRAZIONE

La spirometria (letteralmente "misurazione del respiro") è il più comune e diffuso esame della funzione respiratoria. Il test si esegue con l'ausilio di uno strumento chiamato spirometro. Uno degli aspetti più interessanti di questo esame è valutare la capacità di diffusione (o DLCO) equivale all'assorbimento di monossido di carbonio (CO) a seguito di un singolo respiro che viene effettuato per un tempo standard (in genere 10 secondi. Questa prova è in grado di evidenziare eventuali alterazioni della capacità di diffusione come, ad esempio, può avvenire in caso di fibrosi polmonare. L’esame della diffusione alveolo capillare, ci permette, in linea di massima, di andare ad individuare l’eventuale presenza di alcuni deficit connessi alla capacità dell’organismo di andare a trasferire l’ossigeno ai tessuti al di fuori dei polmoni.

La domanda ora è l’alimentazione può influire sulle nostre funzionalità respiratorie? Vediamo alcuni studi molto illuminanti. Nel 1990 il Dipartimento di Medicina Interna dell’ Università Stellenbosch a Città del Capo in Sud Africa ha evidenziato che in alcuni pazienti diabetici è stata rilevata una funzione polmonare anormale; le anomalie più consistenti sono la riduzione dei volumi polmonari anche nei soggetti diabetici giovani di età inferiore ai 25 anni. La scoperta della funzione polmonare anormale in alcuni soggetti diabetici suggerisce che il polmone dovrebbe essere considerato un "organo bersaglio" nel diabete mellito.

Con questo obiettivo è stato condotto uno studio sulla popolazione dell'India orientale per la valutazione della funzione polmonare nel diabete mellito di tipo 2. Lo studio mostra cambiamenti significativi di FVC%, FEV1/FVC%, DLCO% e DL/VA% nei pazienti con diabete di tipo 2 ed è stato correlato con un scarso controllo glicemico. Gli autori sostengono che l’alterazione dei valore della spirometria sono probabilmente dovuti all'iperglicemia indotta dalla glicosilazione non enzimatica delle proteine tissutali e alla microangiopatia diabetica cronica che causa l'ispessimento della membrana del seminterrato (capillari ed endotelio) che porta alla riduzione della forza e elasticità dei tessuti connettivi e ridotto volume del sangue polmonare compromettendo così la capacità di diffusione che come abbiamo visto è la capacità dell’organismo di andare a trasferire l’ossigeno ai tessuti al di fuori dei polmoni.

Uno studio che ha coinvolto 30 pazienti diabetici di tipo 2 di età 30-60 anni hanno valutato i livelli di emoglobina glicata (HbA1c), i livelli di glucosio nel sangue post prandiale e tutti i parametri della funzione polmonare compreso il DLCO. Il risultato è stata una significativa riduzione del valore del DLCO che non dipendeva da quanto tempo avessero il diabete. I ricercatori evidenziano la necessità di utilizzare la spirometria come strumento di screening tra i diabetici come misura preventiva precoce.

E’ evidente che il diabete, o comunque l’iperglicemia influisca sulle funzionalità polmonari, ma la cosa non stupisce, perché già nel 1976 erano stati fatti studi su soggetti obesi che messi ad un regime a bassissimo contenuto di carboidrati avevano visto un miglioramento della funzionalità polmonari. Uno studio fatto su soggetti sani sempre con un’alimentazione chetogenica ha evidenziato la stessa cosa; il miglioramento delle funzionalità polmonari tanto da raccomandarlo come possibile trattamento per chi avesse problematiche di questo tipo. Altri studi del 1992 eseguiti all’ Oxford Centre of Respiratory Medicine hanno appunto riscontrato che l'elevato apporto calorico dei carboidrati, aumenta la produzione di anidride carbonica (VCO2) e può provocare insufficienza respiratoria in pazienti con grave malattia polmonare. L'energia ottenuta dal grasso si traduce in meno anidride carbonica.

Possiamo certamente dire che aver cura dei nostri polmoni include prendere seriamente in considerazione una alimentazione a basso tenore di carboidrati al fine di a controllare al meglio gli stati infiammatori e glicemia.

RIFERIMENTI

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2196023

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4290223/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3809625/

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S126236360800164X

https://www.salutarmente.it/visite-specialistiche/dlco

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1256524/?fbclid=IwAR0gEOvhLkh0f6IAEE0m91Yu_koawep50s9DPolFYegjm_Hn_HVGJ2xUC9A

https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00408-015-9806-7

https://thorax.bmj.com/content/47/6/451

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/12620524/?i=6&from=%2F1496505%2Frelated&fbclid=IwAR2oF1QxKLdCC8ThqCcaX3cEvYWZI-sL4bA-J07Uv-3vzVrr3pxSPx6Ka7Q